Titolo: Il visconte dimezzato
Autore: Italo Calvino
Casa editrice: Oscar Mondadori
Anno di pubblicazione:
1952
La vicenda è narrata da un ragazzino, rimasto privo di entrambi i genitori, che è cresciuto alla corte dello zio, il visconte Medardo di Terralba.
Durante una battaglia contro i Turchi, in Boemia, Medardo viene
colpito in pieno da una palla di cannone e in seguito soccorso dai soldati
superstiti; guarito prodigiosamente dalle ferite, si ritrova ridotto a metà.
Quando rientra nel suo podere, Medardo comincia a comportarsi con
spietatezza.
Infierisce su un’averla, inviatagli dal padre Aiolfo; vaga per le
campagne dimezzando con la spada tutto quello che incontra sul suo cammino;
punisce con la morte ogni reato costringendo mastro Pietrochiodo a costruire
complicati espedienti di tortura; dà alle fiamme campi, boschi, e persino l’ala
del castello dove vive la vecchia balia Sebastiana che scampa all'incendio,
ma in seguito viene allontanata come lebbrosa.
Il nipote di Medardo, amareggiato, si allontana dal castello e nel
suo vagabondare fa conoscenza con gli Ugonotti e ritrova la balia Sebastiana
recandosi a Pratofungo, il paese dei lebbrosi.
Nel frattempo, il Gramo s’innamora della pastorella Pamela, che
corteggia facendole trovare messaggi formati dai resti di creature dimezzate.
Un giorno, il ragazzo capisce che il visconte si comporta in modo
strano: invece che crudele e sadico, si dimostra gentile e benevolo.
Successivamente appare chiaro che si tratta dell’altra metà di
Medardo, riemersa dal nulla e con indole opposta.
In questo modo, alle prepotenze del Gramo si contrappongono le
azioni bonarie del Buono, che però si dimostra spesso goffo e invadente.
A risolvere l’intrigo pensa la rivalità amorosa, che li vede
protagonisti di un duello all'ultimo sangue per contendersi la bella
Pamela.
La vicenda tratta di un tema molto rilevante, dove viene messo in
risalto il problema dell’uomo contemporaneo dimezzato, incompleto.
Tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti e concretizziamo una
parte di noi stessi piuttosto che l’altra, per questo Calvino ha diversificato
le due metà del suo personaggio, e ha creato una parte buona e una parte
cattiva, per aumentare il contrasto tra bene e male.
Inoltre, la vicenda ha uno scenario comico se si pensa che le due
metà, per quanto contrapposte, siano ugualmente insopportabili.
L’idea di un soggetto diviso si ripropone molte volte durante la
vicenda.
Ad esempio, l’opposizione tra la severità degli Ugonotti e la
spensieratezza dei lebbrosi.
I personaggi femminili di Calvino hanno una personalità energica,
scaltra e risoluta, come la balia Sebastiana e la pastorella Pamela, che ha un
ruolo decisivo nella fine della storia, rivendicando il suo diritto di avere un
marito intero.
La vicenda si conclude con due finali. Il primo riguarda Medardo,
che avrà una vita lunga e felice; il secondo riguarda il giovane narratore, che
dopo la partenza del dottor Trelawney si ritrova triste e solo.
Questo libro è composto da dieci capitoli, e il linguaggio
impiegato è chiaro e scorrevole.
La storia si basa su una serie di effetti a sorpresa, che
catturano l’interesse del lettore, facendo si che niente lo distolga dalla
lettura.
Consigliamo questo libro a chiunque voglia vivere un’avventura
appassionante, ironica e significativa.
Recensito da Mi.
CaMi
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